Fashion e privacy: le implicazioni della data protection sul mondo della moda

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Fashion e privacy: occorre analizzare tutte le possibili implicazioni che si possono avere sul settore moda.

Parlare di fashion e privacy significa analizzare le possibili implicazioni che la data protection e il trattamento dei dati personali possono avere sul settore moda. Occorre inoltre tenere conto del processo di digitalizzazione che ha interessato questo importante settore produttivo.

Il settore della moda sta, sempre più, sperimentando nuove soluzioni tecnologiche per superare l’attuale crisi. E la predisposizione di valide strategie di data protection può giocare un ruolo essenziale per il successo del processo di digitalizzazione.
È importante parlare di fashion e privacy, per questo abbiamo selezionato per il blog di Faire Hub, un articolo di CyberSecurity360.it.

Fashion e privacy: il valore strategico dei dati personali

La crisi sanitaria ha colpito l’industria della moda e molte realtà aziendali si sono trovate obbligate ad accelerare il proprio processo di digitalizzazione. Questo processo è avvenuto attraverso il potenziamento degli e-commerce, dei canali di comunicazione online e mediante l’organizzazione di eventi digitali come la Digital Fashion week.

In questo contesto, le attività online hanno costituto il principale canale di comunicazione e vendita per le aziende della fashion industry. Hanno determinato una crescita esponenziale del quantitativo dei dati personali, con un conseguente aumento del valore strategico dei dati personali di clienti e prospect.

A tal proposito, è di fondamentale importanza che le aziende del mondo fashion abbiano consapevolezza degli obblighi e dei limiti correlati al trattamento di dati personali. Esse devono conformarsi ai principi del Regolamento 2016/679 (GDPR), tenendo anche in debita considerazione le Linee Guida e le raccomandazioni recentemente emesse dall’European Data Protection Board (EDPB).

GDPR e Fashion Industry: applicazione e principi fondamentali 

Le aziende che operano nel settore della moda possono trovarsi a trattare i dati personali per il perseguimento di molteplici finalità. Tra queste la gestione delle risorse produttive, le attività di marketing, la gestione del personale, la sicurezza degli stabilimenti produttivi e dei punti vendita.

La mancata applicazione dei principi del GDPR a questi trattamenti può avere un impatto rilevante per le PMI e per i gruppi internazionali del settore. Le Data Protection Authority (DPA) hanno il potere di determinare sanzioni di importo fino al 4% del fatturato mondiale per le violazioni più gravi della normativa sulla protezione dei dati personali.

Fashion e privacy: l’applicazione del principio di accountability

Ogni titolare e responsabile – in ottemperanza del principio di accountability – deve impegnarsi ad agire in conformità ai dettami della normativa applicando, con rigore, il principio di minimizzazione dei dati (per il quale possono essere trattati unicamente i dati personali strettamente necessari al perseguimento delle finalità prestabilite) e gli obblighi derivanti dal principio di trasparenza.

Nello specifico, le aziende del fashion devono porre particolare attenzione a rendere un’informativa completa, ad hoc per ogni categoria di soggetti (clienti, fornitori, dipendenti, collaboratori). L’informativa deve essere declinata in relazione allo strumento utilizzato per il trattamento in oggetto (raccolta dati tramite form cartaceo, sito web o mobile app).

Tra le varie informazioni contenute nel testo dell’informativa dovrà essere indicato se i dati personali oggetto di trattamento potranno essere trasferiti verso un paese extra-UE. 

A questo proposito è bene ricordare che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata invalidando il Privacy Shield. Questo a seguito della rilevazione di inadeguatezza della legislazione degli Stati Uniti nell’offrire standard di protezione di dati equivalenti a quelli europei.

Con questa sentenza, la Corte ha rilevato come il GDPR imponga all’esportatore di dati europeo di verificare se il trasferimento di dati offra garanzie adeguate. Eventualmente occorre prevedere l’implementazione di misure supplementari intese a potenziare il livello di protezione al fine di rendere legittimo il trasferimento dati.

Uso di dati personali per attività promozionale e di profilazione

La fashion industry è uno dei settori di business più dinamici e competitivi che fa del marketing e della valorizzazione del brand uno strumento determinante per il successo dei trend del momento. Non bisogna però dimenticare che per pianificare una campagna marketing l’analisi dei profili giuridici relativi al trattamento dei dati personali ricopre un ruolo essenziale.

Il Garante per la protezione dei dati personali, con il provvedimento del 24 febbraio 2005 in materia di Fidelity Card, aveva fissato, rispettivamente in 12 e 24 mesi, i termini di utilizzo per finalità di profilazione e di marketing. 

Successivamente, alcune aziende del luxury si sono rivolte al Garante per estendere i termini di conservazione dei dati personali per finalità di marketing e profilazione. 

Nei casi portati alla sua attenzione, l’Autorità ha ritenuto che, per i dati personali oggetto di trattamento e relativi ad acquisti dei beni di lusso, 12 mesi per la conservazione di questi dati fosse un arco temporale eccessivamente limitato.

Lo scorso 15 ottobre, l’Autorità ha quindi dichiarato che le disposizioni del provvedimento del 24 febbraio 2005 devono considerarsi superate dall’entrata in vigore del GDPR. 

L’Autorità ha dichiarato che, in ottemperanza del principio di accountability, spetta al singolo titolare del trattamento determinare, caso per caso, quanto a lungo sia lecito protrarre un trattamento di dati personali per finalità di marketing o profilazione.

Nello specifico, l’Autorità ha rilevato che il consenso al trattamento per finalità promozionali – in quanto espressione della libertà di autodeterminazione dell’individuo – deve ritenersi valido, indipendentemente dal tempo trascorso, fino al momento in cui questo non venga revocato dall’interessato.

Conclusioni

La fashion industry è un settore in fase di rapida trasformazione che sta sperimentando nuove soluzioni tecnologiche per superare l’attuale crisi.

La predisposizione di valide strategie per la protezione dei dati personali gioca un ruolo essenziale per il successo del processo di digitalizzazione del settore.

Le industrie del settore dovranno confrontarsi quotidianamente con il tema della protezione dei dati personali per uscire più forti da questo periodo di contrattura e tornare ad essere motivo di orgoglio del nostro Paese.

Per la lettura integrale dell’articolo, cliccare su questo link.

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